“Abbiamo il diritto di non essere tracciati dai genitori (attraverso il Gps del telefono)“.
Questo fenomeno – il tracciamento da parte di mamma e papà –appare sempre più diffuso e fa indignare i giovani “inseguiti“.
Solo qualche anno fa, gli stessi mamma e papà che ora pretendono di sapere dove sta l’adolescente ogni qual volta aumenta il batticuore, uscivano di casa dicendo che sarebbero andati al campetto, o da Anna o da Marco, magari con un vecchio e indistruttibile Nokia in tasca che puntualmente squillava –certo-, ma con la libertà di cambiare strada, idea, programmi, passaggio in macchina… Insomma con la libertà, che non fa rima con GPS.