Caustico, geniale, brillante e surreale.
Semplicemente lui: Francesco Nuti, ultimo grande cantastorie della commedia dell’arte toscana nonché uomo sensibile e sfortunato.
Fino alla fine. Una fine passata quasi inosservata in una giornata, monopolizzata a livello mediatico dalla notizia della dipartita del Cavaliere.
Nuti se n’è andato in silenzio a soli 68 anni. E se n’è andato nel suo di silenzio, dopo che un assurdo incidente domestico nel 2006 l’aveva reso disabile anche nell’uso della parola, aggravando ulteriormente il suo già labile stato di salute, caratterizzato da una pesante depressione e da recidivi problemi di alcolismo.
Memorabili i suoi successi: da “Io, Chiara e lo Scuro” a “Casablanca, Casablanca”, passando per “Tutta colpa del paradiso”, “Stregati”, “Caruso Pascoski di padre polacco”, “Willy Signori e vengo da lontano” fino a “Donne con le gonne”, fortunata pellicola che nei primi anni Novanta batté ogni record d’incassi, segnando il momento di maggior successo della sua carriera.