L’Ai può leggere nel pensiero.
Uno studio del neuroscienziato Alex Huth dell’Università del Texas dimostra che è possibile creare un decoder semantico capace di tradurre in parole l’attività cerebrale (Messaggero p.15).
I ricercatori hanno utilizzato un modello linguistico di grandi dimensioni (simile a quelli che alimentano ChatGPT di OpenAI e Bard di Google) per abbinare l’attività cerebrale mostrata dalle risonanze alle parole e alle frasi che i partecipanti avevano sentito ascoltando i podcast, traducendole in un flusso continuo di testo.
E ora al Pentagono crescono i timori sull’applicazione dell’intelligenza artificiale nelle armi automatiche (Stampa p.14).
Lo sviluppo della tecnologia rischia di stravolgere conflitti e processi decisionali sulle testate atomiche.
Intanto, le commissioni del Parlamento Ue voteranno il regolamento che disciplina l’intelligenza artificiale -AI Act- l’11 maggio.
Il nuovo regolamento non riguarderà solo i colossi del tech ma tutte le applicazioni usate dai cittadini, a prescindere da dove siano state prodotte.