. “Intelligenza artificiale, non farà tutto da sola”, annuncia A&F in apertura: per le aziende la tecnologia, infatti, resta un grande potenziale che garantisce un enorme balzo della produttività, ma si dovranno raccogliere dati e ripensare i processi, il che costituisce un lavoro umano ancora tutto da costruire.
A commentare l’evolversi della tecnologia vari esperti del settore come Daron Acemoglu, docente al Mit di Boston, che mette in guardia contro la perdita di lavoro, le disuguaglianze e le ingiustizie sociali provocate da un uso maldestro e “malevolo” dell’hi-tech, e Mira Murati, capo della tecnologia di OpenAI, la quale chiede che le regole non blocchino l’innovazione.
Intanto “anche l’America si attrezza su ChatGpt & Co.”, spiega L’Economia: un coro di voci, tra imprenditori, politica e opinione pubblica, si è levato negli Usa per frenare la corsa dell’intelligenza artificiale generativa: è la prima volta che avviene, con una tale ampiezza, in un Paese refrattario a mettere lacci allo sviluppo, ma che oggi sembra voler seguire il modello europeo.
A unirsi sono timori etici, militari e quelli delle società che pensano a evitare una valanga di class action.