Gli azzurri tornano sconfitti dalla kermesse cinematografica; tre film, tre autori di un certo spessore e zero titoli.
Per i protagonisti della sconfitta la responsabilità è degli uffici stampa, non sufficientemente bravi a catturare l’attenzione coi social.
Anno sbagliato e giuria sbagliata, azzardano alcuni commentatori di casa nostra. Pochi sono quelli che analizzano bene la débâcle italiana; secondo la critica internazionale l’opera di Moretti era modesta, il film di Alice Rohrwacher di moderno aveva ben poco, e che l’opera di Bellocchio era probabilmente troppo ostica.
Il presidente della giuria (sbagliata) è stato Ruben Ostlund, autore tra l’altro del –moderno- e fenomenale “Triangle of Sadness” (guardatelo!) e nella giuria c’era anche Julia Ducourneau, criticata direttamente da Moretti l’anno in cui vinse con il suo controverso ma bello “Titane”, film che pesca a mani basse dalla cinematografia di genere italiana.
Un tre a zero che ci pone davanti all’ennesimo anno zero, sperando sia quello giusto su cui ripartire.